Il prossimo 27 giugno, il fronte della giustizia vivrà una giornata di mobilitazione significativa. Gli avvocati baresi si uniranno in una protesta davanti al tribunale di piazza De Nicola, 1 (dalle 10 alle 14) per richiamare l’attenzione sulle condizioni inumane in cui versano i detenuti nelle carceri italiane.

La decisione di scendere in piazza arriva in seguito alla delibera emessa il 20 maggio 2024 dall’Unione delle Camere Penali Italiane (UCPI), che pone in rilievo l’incessante crescita del sovraffollamento carcerario, ora vicino al limite critico segnato dalla sentenza Torreggiani.

La UCPI ha evidenziato come le condizioni di vita degradate e la privazione della dignità umana, affidata alla custodia dello Stato, siano diventate intollerabili, tanto da rappresentare una violazione dei diritti fondamentali incisi nella nostra Costituzione. La giunta dell’Unione, inoltre, critica l’immobilismo dei decisori politici, intrappolati da calcoli elettorali, incapaci di attuare interventi immediati, come l’indulto o la liberazione speciale anticipata, che potrebbero alleviare le sofferenze dei detenuti.

L’appello della UCPI non è solo un invito a riflettere, ma una richiesta di azione concreta. Da qui la scelta di organizzare una maratona oratoria, partita il 29 maggio e senza data di conclusione, che vedrà gli avvocati italiani alternarsi in luoghi pubblici per denunciare lo stato di abbandono del sistema carcerario.

L’iniziativa barese del 27 giugno non sarà solo un gesto di protesta, ma anche un tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle responsabilità dello Stato e sulla necessità di riforme urgenti. Gli avvocati, testimoni quotidiani delle ingiustizie subite dai detenuti, intendono trasformare la loro voce in un catalizzatore di cambiamento, sperando che la loro mobilitazione possa riscuotere l’attenzione e il sostegno necessari a promuovere un dibattito nazionale per una riforma radicale dell’esecuzione penale.

In questo contesto di evidente crisi, la presa di posizione degli avvocati baresi assume un valore simbolico importante, mostrando come la battaglia per la giustizia e la dignità umana debba essere una priorità per l’intera società civile, non solo per chi opera nel sistema giudiziario.

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