La cosiddetta “FESTA GRANDE” si svolgerà nei giorni sabato 31 AGOSTO – domenica 1 e lunedì 2 SETTEMBRE 2024. La parrocchia San Nicola, guidata dal parroco don Nicola Mastrandrea, Il Comitato Feste di Toritto, con il presidente delegato Sig Rocco Macchia e con il patrocinio del Comune di Toritto, amministrato dal sindaco dott. Dionisio Rotunno, hanno annunciato le manifestazioni religiose e civili organizzate in onore dei santi patroni torittesi.
Il giorno 16 agosto, Memoria liturgica di San Rocco ci saranno nella chiesa di San Rocco (Madonna della Stella) e in chiesa Madre le sante messe.
Il giorno 22 agosto ci sarà la processione di inizio Festa con partenza dalla Chiesa Madonna della Stella, ove è ubicata la Statua di San Rocco, verso la Chiesa Madonna delle Grazie, ove è presente la statua di Maria SS. delle Grazie, per raggiunge la Chiesa San Nicola.
Dal 23 al 31 agosto verrà celebrata la NOVENA in onore dei santi patroni.
Il giorno 1 settembre sarà celebrata la Messa Solenne alle 11.00, mentre la sera ci sarà per le vie del paese la processione dalle ore 20.00 con l’immagine in argento di San Rocco e il carro trionfale in onore della Madonna delle Grazie, trainato a mano da 12 devoti.
Il giorno 2 settembre 2024 si svolgerà la processione di fine festa.
Come per ogni Festa patronale ci saranno le luminarie ad addobbare il paese a festa, le bande musicali di Noci e di Toritto, i fuochi pirotecnici e tanti eventi come la serata musicale del 31 agosto con i POOHLIVE.
Questa tradizione, radicata nel tempo, unisce storia, fede e devozione popolare.
San Rocco: Il Santo Pellegrino
* Simbolo di forza e speranza: San Rocco, noto per la sua piaga e il suo cane fedele, è un simbolo di resistenza e solidarietà. La sua storia di pellegrino e guaritore lo rende particolarmente caro ai torittesi.
* Presenza antica a Toritto: La devozione a San Rocco a Toritto risale al XVI secolo, come testimoniato dalla presenza di una cappella a lui dedicata e dalla fondazione di una confraternita.
* La Confraternita di San Rocco: Nata nel XVII secolo, la confraternita ha svolto un ruolo fondamentale nella promozione del culto e nell’assistenza ai bisognosi.
Maria SS. delle Grazie: La Protettrice della Città
* Un legame indissolubile: Maria SS. delle Grazie è considerata la protettrice di Toritto sin dai tempi antichi. La sua chiesa, situata nel borgo a lei dedicato, è un luogo di culto e di incontro per i fedeli.
* La Madonna dell’Acqua: La Vergine è spesso invocata come “Madonna dell’Acqua” a causa delle frequenti siccità che hanno afflitto la regione. Le processioni in suo onore, soprattutto durante i periodi di siccità, erano un momento di grande partecipazione popolare.
* Il Carro Trionfale: Un simbolo della devozione dei torittesi è il carro trionfale, su cui viene portata in processione la statua della Vergine. Questo carro, che ha subito diverse trasformazioni nel corso dei secoli, è un elemento distintivo delle feste patronali.
La Festa Grande è un evento Comunitario, sentito anche dai torittesi nel mondo.
È una tradizione secolare per Toritto, di grande rilevanza per la comunità, che si riunisce per celebrare i propri santi protettori.
Un momento di unità e condivisione a cui tutta la cittadinanza contribuisce con un piccolo contributo per le numerose spese organizzative. Ma ancor di più partecipa durante i festeggiamenti quando si svolgono processioni, messe solenni e manifestazioni folcloristiche.
La festa è anche un’occasione per gli emigrati di tornare alle loro origini e rinnovare il legame con la terra d’origine.
Un ringraziamento alla Madonna e a San Rocco: Le feste patronali sono un modo per esprimere gratitudine ai santi patroni per la loro protezione e intercessione.
Ia festa patronale di Toritto rappresenta un patrimonio culturale e religioso di inestimabile valore.
La profonda devozione dei torittesi per San Rocco e Maria SS. delle Grazie è un legame che si tramanda di generazione in generazione, conferendo a questa celebrazione un significato unico.
A Toritto subito dopo la porta a Sud del paese tra Piazza Castello e borgo Madonna delle Grazie, l’antica chiesetta ivi esistente a causa del terremoto del 1731 fu danneggiata. Nel 1746 il facoltoso don Ettore D’Urso avviò i lavori per la costruzione dell’attuale chiesa completata nel 1756. Sull’architrave del portale la scritta PROTEGAM URBEM HANC ET SALVABO EAM PROPTER ME (proteggerò questa città e la salverò proprio io).
È la Vergine Maria, alla quale i torittesi da sempre sono stati devoti, che promette protezione e salvezza a Toritto.
Toritto che prima del 1500, privo di muri di difesa ha subito diverse incursioni e saccheggi, decide di costruire due porte, una a Sud, a pochi metri dalla Chiesa Madonna della Stella e a Nord a due passi dalla Chiesa Madonna delle Grazie.
Porte alte 4 metri e circondate da un fossato, venivano affidate al portinaio che al suono dell’Ave Maria invitava chi era fuori paese a rientrare, chiudendo la prima anta e ad alta voce richiamando gli abitanti “pe l’Avemmaréje ò à chèse ò pe vèje” (per l’Ave Maria o a casa o – fuori- per la via). E dopo aver fatto dondolare la lampada della notte diceva: “In nòme de Dèje, ce jè jìnde, ce jè fèure è fèure” (In nome di Dio chi è dentro resta dentro, chi è fuori resta fuori), e chiudeva la porta vigilando sugli abitanti. E così al mattino presto spalancava quella porta eslamando: “Cu nòme de Dèje, buòn dèje a tùtte” Col nome di Dio buon dì a tutti. Segno di una civiltà contadina, ma fortemente religiosa.
Quel borgo Madonna delle Grazie, come pure il borgo Madonna della Stella, sono segno evidente dell’antichissima devozione alla mamma celeste da parte dei torittesi, che all’imbrunire e alla recita dell’Ave Maria rientravano dai campi nel loro paese. Devozione antichissima tramandata nei secoli, e sotto ogni dominazione.
E in quel piccolo centro delle Murge, a Toritto la popolazione dai 260 abitanti del 1500 passò ad un numero elevato di ben 4660, di cui 8 appartenenti al clero nel 1855. Dove per secoli avevano vissuto pochi cittadini, a fine ottocento nello stesso paese si raggiunse circa 9000 abitanti. Da qui l’esigenza di allargare il centro abitato. E così le chiesette (Madonna della Stella, detta anche chiesa san Rocco e Madonna delle Grazie, dove veniva officiato il culto ai due santi protettori all’epoca erano ubicate subito dopo l’esterno delle due porte del paese. Quasi a significare la protezione sia dall’esterno sia ai torittesi che si allontanavano per lavoro o altre necessità. Le stesse chiesette oggi risultano collocate al centro di Toritto, oltre il borgo antico.
La chiesetta Madonna delle Grazie dal 1858, è luogo di culto dell’omonima confraternita, sicuramente di più antica istituzione, all’epoca a Toritto l’arciprete era don Gaetano Scarangella, il sindaco D’Urso Francesco, il priore Spano Emanuele, mentre il padre spirituale era don Vito Perugine.
La Madonna delle Grazie, titolare della chiesa e dell’omonima confraternita è da sempre, insieme con san Rocco, la protettrice del Comune di Toritto, cui gli abitanti si rivolgevano fiduciosi nell’infuriare delle calamità naturali.
La “Madonna delle Grazie” era denominata anche “Madonna dell’acqua”. Il motivo è nelle periodiche siccità del passato che causavano incalcolabili danni all’agricoltura, agli animali (macchine di quel tempo) e ai cittadini tutti.
Per questo tutte le case erano provviste di pozzi, e il paese di cisterne, come quella adiacente all’antica cappella della Madonna delle Grazie, ad uso dei poveri e dei viandanti.
E quando la pioggia non cadeva e le cisterne erano vuote la popolazione ricorreva fiduciosa alla Madonna dell’acqua portando l’immagine in processione dalla Chiesetta alla Chiesa Madre. Processione alla quale tutti prendevano parte a piedi nudi e con i ragazzi con capo coronato di rovi elevando la preghiera Madonna della Grazia, Fontana di ogni Grazia
Veniamo a cercare Grazia, Madonna fanne grazie.
La scarsità dell’acqua, gli incendi, i terremoti, le inondazioni specie del 1905 – 1915 – 1926 vedevano i torittesi ai piedi della madonna supplicanti.
Soccorso che la stessa madre celeste da sempre non ha fatto mancare.
Proprio l’accresciuto numero degli abitanti è la testimonianza di questa divina protezione. Specie nel 1721 quando il tifo sterminava interi paesi vicini, Toritto si affidò alla sua madre celeste e ottenne che a settembre il morbo terminava lasciando salvo il paese.
Grati per la protezione ed il soccorso la popolazione, riconoscente innalzò IL CARRO TRIONFALE, su cui venne collocata la statua della Vergine. Come anticamente i romani portavano in trionfo il vittorioso Imperatore, così Toritto ha voluto rendere il doveroso trionfo alla vittoriosa Regina e Madonna delle Grazie.
Non va dimenticato quando ad agosto 1943 gli aerei che bombardavano la vicina Sannicandro, con boati che gli spaventati torittesi udivano forti, sospesi tra la vita e la morte invocando l’amata protettrice furono ancora una volta salvati apprendendo che l’8 settembre 1943, festività della Madonna giunse l’armistizio.
Il primo carro era simile a una navicella che solca i flutti del mare, a simboleggiare la protezione di noi naufraghi in un mare di calamità.
Il secondo carro, alto 13 metri a forma di Torre, fu costruito nel 1933 dal devoto emigrato Domenico Poveromo. E agli stessi emigrati il paese dedica una cerimonia di cordiale bentornati.
Durante la processione dopo la solenne celebrazione eucaristica oggi viene portato in processione il terzo carro costruito nel 1996 con l’ingegno di Vincenzo Appice e sotto la guida spirituale del compianto parroco don Pierino Dattoli.
Giunta in piazza la processione, qui avviene la consegna delle chiavi del paese ai due santi patroni Maria Santissima delle Grazie e San Rocco.
Il Paese si ritrova addobbato con luminarie, tante luci, allegria e ottima musica delle bande, oltre alle attrazioni delle giostre per tutti.
Del primo carro-navicella resta solo la memoria storica, del secondo alcune foto, tra cui quella in cui l’allora vice sindaco Mest Cicc Stranghich (Cav Francesco Benedetto) consegna con infinita devozione le chiavi alla nostra Madonna delle Grazie, suscitando un fragoroso applauso degli emozionati fedeli prima del trionfale suono della grancassa.
I festeggiamenti organizzati con dovizia dal Parrocchia san Nicola e dal Comitato Feste Patronali, guidati dai presidenti delegati del parroco, coinvolge tanti collaboratori del Comitato stesso e i cittadini che sempre generosi rispondono con il loro obolo volontario per le non poche spese.
Fiduciosi sempre che la madonna delle Grazie non verrà mai meno alla Sua promessa: Proteggerò e salverò proprio io questa città.
La Festa grande dal 1978 è tornata ad essere una per entrambi i santi patroni, mentre dal 1903 al 1977 si festeggiavano separatamente e ad anni alterni Soffermandoci su san Rocco, nome che vuol dire = uomo forte, lo stesso non teme di mostrare la sua piaga, causata dalla peste contro cui combatteva per aiutare i contagiati.
Piaga che nelle statue viene raffigurata a confermare il coraggio di non aver paura delle proprie difficoltà. San Rocco che aiutava gli altri, per guarire dal mortale morbo si ritirò solo in disparte bevendo acqua dalla sua polla (borraccia del pellegrino) e sfamandosi con quel pezzo di pane che il suo fedele cane ogni giorno gli portava.
Proprio nelle statue raffiguranti San Rocco si nota la gamba scoperta e il dito del santo pellegrino che indica la sua piaga, quasi a voler dire che anche lui conosce la sofferenza di chi implora la sua intercessione. Sempre nelle statue che rappresentano il compatrono torittese è pure presente il fedele cane che l’aiutava a sfamarsi Oltre alle immagini di san Rocco e ai tanti torittesi che portano questo nome, è certa la devozione a Toritto per il santo di Montpellier (Francia) già nel XVI secolo.
Una certezza che è data dalla notizia, riferita da don Salvatore D’Innocenzo nel suo insuperabile testo “Memorie di Toritto”, riporta che nel 1575 l’Arcivescovo in visita pastorale stabilì che nella Cappella di San Rocco, fuori il centro abitato, l’arciprete beneficiato facesse fare in detta chiesa l’immagine o quadro del glorioso san Rocco. Tale cappella non è la Chiesa Madonna della Stella nella quale nel 1777 la confraternita di san Rocco si insedia per officiare il proprio culto.
La curiosità è che da sempre la Chiesa Madonna della Stella viene indicata spesso anche come chiesa di san Rocco. La devozione dei torittesi, perciò trova conferma nel “Sodalizio” di S. Rocco esistente sin prima dell’anno 1777, quando 20 Confratelli ottengono il Regio Assenso con le Regole.
Così, quando all’epoca i torittesi erano poco più di 2.500 abitanti, di cui ben 15 appartenenti al clero, a Toritto erano presenti ben tre confraternite ufficialmente riconosciute, oltre San Rocco, SS. Sacramento dal lontano 1571, Madonna di Costantinopoli 1756 del santo di Mira, né una festa patronale a lui dedicata.
La Confraternita di S. Rocco solo nel 1891, vista l’accresciuta devozione al Santo da parte di molte pie devote, aggiunge al ramo originario maschile anche quello femminile; E come da Statuto delle confraternite l’attività principale, oltre a una retta vita cristiana, consisteva in opere di carità verso i fratelli più poveri con l’autotassazione. Altro obbligo degli associati è l’obbedienza, l’accostamento assiduo ai sacramenti e la recita mensile del Santo Rosario nella Cappella della Madonna della Stella, di proprietà del Barone del paese, e attualmente dei propri eredi Telesio. Cappella che la confraternita da sempre ha contribuito a mantenere in vita ed ad abbellire. In particolare: nel 1910 fu costruito il nuovo altare di S. Rocco; nel 1914 la confraternita costruì il gentilizio nel cimitero di Toritto, con la relativa cripta con loculi concessi gratuitamente solo ed esclusivamente ai confratelli e consorelle defunti; nel 1924 fu donata dai concittadini devoti al Santo, residenti in America, la statua in argento di S. Rocco che viene portata in processione proprio il giorno della festa Patronale.